Purtroppo la parola "penitenza" come anche "riparazione" suona per molti come una parola cattiva, dura, crudele e non positiva. Invece No, riparare, fare penitenza non è niente di negativo e non è macabro,
possiamo chiamarlo "un atto di caritá".
Forse chiamandola quel che è: un "atto di carità", suona meglio e non spaventa tanto.
Fare questo atto di carità ci rende felici, ci piace e ci fa bene. Fare penitenza significa riparare, è un atto di carità in confronto a Dio e al mondo intero. Significa essere al servizio della Chiesa ed è servire Dio e il prossimo. Rende contemporaneamente bella la nostra anima e la nostra vita. Il Sacramento della penitenza (confessarsi) è riconciliarsi con Dio, ma è anche un servizio a Dio e alla sua Chiesa. Rende l'anima tutta unita a Dio. La penitenza è un atto di giustizia per riparare l'offesa, è una virtù sopranaturale che non tutti comprendono. Digiuni e astinenze non sono forme di disprezzo del corpo, ma strumenti per rinvigorire lo spirito, e se offerto per le anime in bisogno di riconciliazione con Dio e le anime del purgatorio, un vero atto di Carità fraterna.
Al terzo anno di noviziato, mentre S. Veronica Giuliani prega davanti al Crocifisso dell'infermeria, sente Gesù che le dice: "Mia Sposa, mi sono care le penitenze che fai per coloro che sono in mia disgrazia, perciò ti confermo per mezzana tra me e i peccatori, come tu brami "!
Gesù cerca anime generose che si offrono e lavorano per la salvezza delle anime. Gesù è felice se lo serviamo come mezzano tra Lui e i peccatori! Non va di moda, questo è certo, e non si sente più parlare, di una vita di sacrificio e penitenza. Ma il bisogno che c'è di fare penitenza, non cambia. Dio non cambia! La verità non cambia! Non si tratta che Dio abbia voluto e apprezzato le penitenze solo nel Medioevo, questo è un errore. Amiamo: soffriamo!
Gesù non può più soffrire e viene a mendicare le nostre sofferenze.
Fare l´Ora Santa ha il valore di una peniteza eccezzionale, una a Dio molto gradita.
Non tutti si sentono portati a fare delle penitenze dolorose o a fare digiuni, esiste una penitenza che è anche gradita a Dio e che porta molto frutto:
Ci sono diversi modi di fare penitenza.
L' esempio dei santi può aiutare anche noi a scegliere qualche modo adatto per fare penitenza e per aiutare le anime, come anche per prepararci alla Pasqua. Forse ci rendiamo conto che ciò che già facciamo ha un valore aggiunto se lo offriamo con intenzione di riparazione per i peccati.
S. Antonio di Padova parla sulla "disciplina della mortificazione", che ci sono dieci modi diversi per dedicarsi a qualche esercizio penitenziale e di mortificazione. Come le dita sono dieci, così parla delle dieci speci di mortificazione.
1. La rinuncia alla propria volontà, 2. l’astinenza dal cibo e dalla bevanda, 3. la rigorosità del silenzio, 4. le veglie di preghiera durante la notte, 5. l’effusione delle lacrime, 6. il dedicare un congruo tempo alla lettura, 7. darsi da fare con fatica del corpo, 8. la generosa partecipazione alle necessità del prossimo, 9. il vestire dimessamente, 10. il disprezzo di se stessi.
S.Antonio di Padova, Serm. Dom. di Pentec.,1§7
"Perché il Cristo ascende sul monte? Per insegnare a noi, che quando siamo per porgere suppliche a Dio, è proprio il deserto, atto l'eremo. Per questo motivo egli spesse volte si porta nell'eremo, e quivi passa le notti orando; affinchè impariamo a dover ricercare il tempo e luogo opportuno per tranquillamente pregare. Poichè è la solitudine che ci libera da ogni tumulto, è la madre di tranquillità e porto di quiete!"
Clicca sull' immagine e troverai l' Agpeya!
Agpeya è il libro con le ore di preghiera che contengono TUTTI i 150 Salmi che si pregano in 24 ore, con una bella preghiera di introduzione ad ogni orario, e con delle preghiere finali, confessando i propri peccati e salutando la Madonna.
L'Agpeya viene pregato dai padri del deserto, dai monaci Eremiti e Anacoreti in Egitto, tra cui anche da padre Lazarus (la sua storia la trovate nel nostro sito con titolo: Anacoreta in Egitto).
Sarebbe il breviario originale dei monaci del deserto!
Nell' Agpeya troviamo i stessi 150 Salmi che troviamo nella Bibbia ma, come già accennato, con una preghiera che ti prepara a questo divino ufficio, con preghiera finale e con una confessione
delle colpe. In più i Salmi scelti d'ogni ora, corrispondono alle ore della vita di Cristo, fino alla sua passione, morte in croce e sepoltura. Si dovrebbe sostituire il Credo che troviamo nell'
Agpeya, con il Credo Cattolico, dato chè il Credo nell' Agpeya è quello ortodosso, in cui manca la frase: che lo Spirito Santo procede anche dal figlio: Gesù (e non solo dal Padre:
Dio). Puoi allora sostituire il Credo oppure iniziare direttamente con la preghiera dei Salmi. Il vantaggio dell Agpeya, è che troverai i 150 Salmi in un ordine, adattato alle ore di
vita di nostro Signore Gesù. I monaci di San Antonio Abate pregano l' Agpeya.
Pregando l' Agpeya avrai pregato in un giorno, tutta la vita di Cristo.
L' Agpeya non esiste ancora in Italiano ma esiste in Inglese, Francese e in Tedesco.
I monaci dell deserto la pregano in Arabo o Aramaico (lingua originale di Gesù Cristo). Certi monaci si sono trasferiti negli Stati Uniti, sono loro che hanno tradotto l'Agpeya in inglese.
Esistono Consacrati che dopo la recita della liturgia delle ore pregano anche l' Agpeya.
Un Eremita Italiano che conosciamo che non prega l' Agpeya Inglese, si è copiato il numero dei Salmi di ogni Ora, e usando la sua Bibbia, prega i Salmi in lingua Italiana, agli orari indicati. Pregare i 150 Salmi al giorno, hanno il valore d'una penitenza potente, sono una perfetta riparazione e sacrificio. Un sacrificio di lode alla Santissima Trinita, per la maggior gloria di Dio e una benedizione per il mondo intero.
http://www.agpeya.org
Gesù rivela a Santa Margherita Maria Alacoque:
primi nove 9 venerdi' del mese è dedicato al sacro cuore, alla devozione del sacro cuore.
A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d'ogni mese, disse nostro Signore alla santa, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.
Una volta il Signore, mostrandole il Cuore e lamentandosi delle ingratitudini degli uomini, le chiese che in riparazione si frequentasse la Santa Comunione, specialmente nel Primo Venerdì d'ogni mese.
Moltissime anime abbracciano questa pratica della Santa Comunione nel Primo Venerdì del mese per il fatto che, tra le promesse che Gesù fece a S. Margherita Maria, vi è quella con la quale Egli assicurava la penitenza finale (cioè la salvezza dell’anima) a chi per nove mesi consecutivi, nel Primo Venerdì, si fosse unito a Lui nella Santa Comunione.
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv. 6,54)
Gesù benedetto, apparendo a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, splendente come il sole di fulgidissima luce, fece le seguenti promesse per i suoi devoti:
1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato
2. Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie
3. Li consolerò in tutte le loro pene
4. Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte
5. Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa
6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l'oceano infinito della misericordia
7. Le anime tiepide si infervoreranno
8. Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione
9. La mia benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore
10. Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti
11. Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai.
12. A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d'ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.
La dodicesima promessa è detta "grande", perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l'umanità.
Queste promesse fatte da Gesù sono state autenticate dall'autorità della Chiesa, in modo che ogni cristiano può credere con sicurezza alla fedeltà del Signore che vuole tutti salvi, anche i peccatori.
CONDIZIONI
Per rendersi degni della Grande Promessa è necessario
1. Accostarsi alla Comunione. La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione.
2. Per nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi per dimenticanza, malattia,ecc. ne avesse tralasciata anche una sola, deve incominciare da capo.
3. Ogni primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell'anno.